mercoledì 16 aprile 2008

LE PERDONANZE (alla loro riscoperta)






ALLA RISCOPERTA DI COSE DEL PASSATO

Ricordo che da piccolo in questo periodo la gente di Oria un po’ per devozione, un po’ per fede, un po’ per tradizione, per 5 giovedì a iniziare dall’undicesimo giorno dopo la Pasqua si dedicavano ai riti post-pasquali denominati PERDONANZE al fine di “lucrare” le indulgenze Plenarie o Parziali a seconda delle concessioni vescovili. Il primo giovedì era dedicato a Santa Lucia e si andava in pellegrinaggio al santuario presso la vicina Erchie; il secondo giovedì si andava presso la vicina chiesetta della Madonna della Scala; il terzo giovedì era dedicato a San Mauro e quindi si faceva visita all’omonima grotta situata nella chiesa del Santuario di Sant’Antonio (Padri Rogazionisti-San Pasquale; il quarto giovedì era dedicato ai Santi Medici e si andava a piedi al vicino Santuario di San Cosimo ed infine l’ultimo, il quinto, era dedicato all’Ascensione e si faceva visita alla Madonna della Croce in Francavilla Fontana. Erano riti molto sentiti e la gente vi partecipava in modo serio e composto, rispettando tutto un disciplinare che era costituito da apposite preghiere e rosari. Queste ricorrenze negli ultimi decenni hanno subito un inesorabile stato di “abbandono” e solo di recente si nota un particolare interesse da parte della chiesa oritana affinché vengano riscoperte Le Perdonanze. I Padri Rogazionisti di stanza presso il Santuario Sant’Antonio (comunemente chiamato dagli oritani San Pasquale) hanno programmato ben 4 giorni da dedicare a San Mauro con tutta una serie di celebrazioni e processione come da programma nell’allegato volantino. La chiesa del Santuario custodisce nel suo sottosuolo una caratteristica cripta basiliana risalente al IV secolo, dove hanno vissuto per vari secoli monaci ed eremiti. La cripta è dotata di affreschi e quello dedicato alla Madonna del Melograno ci fa capire che la titolazione a San Mauro è da datare in epoca successiva, VIII-IX secolo. La grotta, interrata nel medioevo, fu scoperta da un pastorello intorno al 1660 e per tale evento il Santo per il popolo diventò il protettore “ti li massari”. Ecco perché l’usanza di benedire gli animali in occasione della sua festa. Ricordo che il mio insegnante di scuole elementari, il compianto Ntunucciu Moretto, ogni anno ci accompagnava a piedi presso la chiesetta di campagna della Madonna della Scala e per tutti noi era una vera festa. Un particolare: ricordo come se fosse ieri la scena dei girini di rana che saltellavano nell'acqua del ruscello proveniente dal sottosuolo della città.

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